Passa ai contenuti principali

Tirami Su ! Con le uova, lo zucchero... e la cannella



Ci voleva una giornata piovosa per scuotermi dalla pigrizia di questo Aprile imprevedibile e dal tempo incerto. E stirati un po di qua, sdraiati un po di la, passa un po' di tempo a sonnecchiare, dai un'occhiata alla televisione e alla fine la giornata passa e neanche te ne accorgi.
Mi ci voleva proprio, se non fosse per mia moglie che  mi sprona, passerei un giorno intero a far niente, per poi lamentarmi dopo che avrei potuto fare qualcosa...
Va così, saranno gli anni che passano.
Diciamo la verità io pigro lo sono sempre stato, di una pigrizia quasi stancante, pigro al limite della sonnolenza, a differenza di  mia moglie che non sta ferma un attimo, capace di trovare il modo di fare qualcosa anche quando potrebbe stare tranquilla ad oziare (ma si sa le donne non oziano mai, al limite si fermano giusto il tempo per pensare cos'altro fare).
Dunque... in un attimo di frenesia mentale, ho deciso di fare qualcosa e siccome già qualche giorno ho cambiato aspetto al mio blog, ho pensato che fosse giusto aggiungere una pagina nuova, proprio per inaugurarlo.
Adesso credetemi, non che avessi così tanto tempo di dedicarmi... ma siccome ieri ho acquistato una confezione di mascarpone, ho pensato di preparare un TIRAMI SU, che vista la noia causata dal tempo nuvoloso e piovigginoso, mi avrebbe dato una sferzata di energia.
Adesso uno si chiede... ma proprio il TIRAMI SU? Potevo cimentarmi con un primo piatto raffinato, un secondo di carne con contorno alternativo, una torta scandinava con la crema di licheni, e invece no, un banalissimo Tirami Su.
Da dire che non è neanche un dolce così  sconosciuto, direi una ricetta inflazionata, la preparano tutti dal nord al sud, con il benestare di Treviso che ne è la patria... dicono... (clicca qui)

Eppure è un dolce così famoso proprio perché di una semplicità assoluta: uova, formaggio, biscotti e caffè.
Così ho preso tutto quello che serviva, gli attrezzi del "mestriere", l'occorrente, la voglia di fare ed eccomi qui, nuovo di zecca e pronto a riprendere quel dialogo interrotto un'anno fa con un dolce cheesecake cremosa e con voi, che nonostante il mio silenzio,  mi avete aspettato e letto e riletto; grazie a tutti.

La ricetta mi è stata data da un mio amico, che la prepara nel suo ristorante.
Nonostante tutto sembra leggera. La crema soffice è alleggerita dall'uso parsimonioso delle uova con l'albume.
Buon per voi il mascarpone non può mancare, e vi dirò, c'è anche l'uso della panna, ma credetemi pur essendo un dolce corposo, non ve ne accorgerete, seguite le mie indicazioni e lasciate perdere la mia presentazione fotografica... si sa, sono sempre esagerato....

INGREDIENTI:
500 Gr. FORMAGGIO MASCARPONE
4 TUORLI E UN UOVO INTERO
6 TAZZINE (350cc) DI CAFFE'(DA ALLUNGARE A PIACERE CON ACQUA)
4/5 CUCCHIAI DI ZUCCHERO PIU' A PIACERE PER ADDOLCIRE IL CAFFE'
BICCHIERE DI PANNA DA MONTARE
SAVOIARDI QUANTO BASTA A FARE UNO STRATO AL FONDO DEL CONTENITORE
CACAO AMARO IN POLVERE
CANNELLA (FACOLTATIVO)

Partiamo dalla cannella 
Solitamente in questo dolce la cannella non c'è, ma credetemi, una spolverata sopra i savoiardi imbevuti di caffè non stona, ...provate, sempre che la cannella non vi faccia schifo... 

Nell'ordine:
Preparate il caffè (con la caffettiera o espresso)
In una ciotola sgusciate le 4 uova separando i tuorli dall'albume (che non utilizzerete) e dopo aggiungete 1 uovo intero, incorporate 4/5 cucchiai di zucchero e montate con le fruste. 
Quando la crema sarà montata diventando bianca e soffice (deve scrivere) ponetela in frigorifero.
Nel frattempo il caffè sarà pronto, diluitelo a piacere con l'acqua e aggiungete lo zucchero e lasciate intiepidire.
Montate la panna e incorporatela al mascarpone con delicatezza, usando una paletta o un cucchiaio, con gesti dal basso verso l'alto per non smontare il tutto.
Imbevete i savoiardi nel caffè e formate un unico strato di biscotti al fondo della pirofila (se piccola usatene due) spolverate a piacere con la cannella.
Versatevi sopra un generoso strato di crema (almeno due dita) e livellate.
Aggiungete una spolverata di cacao amaro

Nel caso voleste presentare il dolce nel bicchiere, ricordatevi di usare bicchieri capienti e di fare uno strato di savoiardi, uno di crema, ancora uno di savoiardi e per finire la crema.
Dopo il primo strato aggiungere la cannella, dopo il secondo il cacao.
Lasciate  riposare in frigorifero almeno mezz'ora.

Un ringraziamento ad Andrea per la ricetta e a voi tutti per seguirmi.
Ciao 




Commenti

Post popolari in questo blog

Un buon arrosto - punta di petto di vitello

Nella mia introduzione al blog, ho scritto che non tutto quello che è caro vale il prezzo che andiamo a pagare... ci sono ad esempio parti del vitello che pur costando poco, hanno un ottimo gusto e una buona resa. Oggi vi voglio parlare dell'arrosto.  Siamo abituati (almeno in Italia) a scegliere parti di una certa importanza, come ad esempio il pezzo "della vena" oppure la fesa di vitello, o il brutto e buono, ma non sappiamo che esistono parti meno pregiate ma altrettanto buone.  Ho scoperto recentemente una parte del vitello che solitamente viene usata per fare il classico "bollito" ed invece è ottima per l'arrosto: è la punta di petto. Questo pezzo si presenta un po grasso, con l'osso e di forma irregolare. Viene solitamente usato per fare lo spezzatino, il brasato o come ho accennato il bollito, e invece da un arrosto saporito, morbido e con poca spesa. Il segreto sta nella cottura che solitamente è lunga perchè il pezzo non è dei più teneri,

Stracotto di guancia di vitello (antichi sapori)

Qualche tempo fa , sul mio blog, ho scritto che per ottenere buoni piatti non sempre servono tagli di carne costosi, ma spesso come era tradizione nelle famiglie contadine, si utilizzavano anche quelle parti meno pregiate, che invece di pregiato hanno il sapore. Per farla breve, mi sono imbattuto in un post che parlava della guancia di vitello, spiegava che questa parte è molto morbida e adattissima da cucinare in umido e quindi, d'accordo con la mia macellaia (e si, la mia è una macellaia sposata ad un macellaio di prima scelta) mi sono fatto procurare il pezzo su ordinazione, perchè a quanto pare è diventato introvabile (levate le guance che sono la carne della testina, di quest'ultima non si utilizza più nulla). Dopo un mesetto, finalmente sono riuscito ad avere il mio ordine (grazie alla macellaia Simona) e dopo averlo fatto frollare, mi sono dato da fare per cucinare un piatto semplice, così com'è nella tradizione contadina, ma anche prelibato e profumato: lo stra

Zuppa di cime di rapa, patate e guanciale, ovvero la terra di mezzo fra Puglia e Lucania

Diciamocelo in tutta sincerità, la zuppa è la prima tappa del novello cuoco. Chi non sa fare almeno una zuppa alzi la mano... credo siano pochi. Sostanzialmente la zuppa e la minestra si assomigliano, la prima va servita con il pane casereccio tostato e la seconda invece contiene oltre alle verdure anche pasta o riso. Da non confondersi con la famosa "pappa al pomodoro" tanto cantata dalla Pavone nazionale, quella è altra cosa, ne zuppa ne minestra... pappa appunto. Le zuppe si possono preparare con tutti gli ingredienti purché abbinati bene, sta a noi saper mescolare le verdure di modo che i sapori si amalghino bene. La zuppa fa parte della cultura contadina, spesso d'inverno rifocillava e scaldava allo stesso tempo e con un buon bicchiere di vino si completava. Il pane tostato sostituiva la pasta, anche se credo che quello che oggi noi tostiamo, ieri era pane raffermo che veniva ammorbidito nel brodo, da qui il detto "se non è zuppa è pan bagnato". La patata