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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

Stracotto di guancia di vitello (antichi sapori)

Qualche tempo fa , sul mio blog, ho scritto che per ottenere buoni piatti non sempre servono tagli di carne costosi, ma spesso come era tradizione nelle famiglie contadine, si utilizzavano anche quelle parti meno pregiate, che invece di pregiato hanno il sapore. Per farla breve, mi sono imbattuto in un post che parlava della guancia di vitello, spiegava che questa parte è molto morbida e adattissima da cucinare in umido e quindi, d'accordo con la mia macellaia (e si, la mia è una macellaia sposata ad un macellaio di prima scelta) mi sono fatto procurare il pezzo su ordinazione, perchè a quanto pare è diventato introvabile (levate le guance che sono la carne della testina, di quest'ultima non si utilizza più nulla). Dopo un mesetto, finalmente sono riuscito ad avere il mio ordine (grazie alla macellaia Simona) e dopo averlo fatto frollare, mi sono dato da fare per cucinare un piatto semplice, così com'è nella tradizione contadina, ma anche prelibato e profumato: lo stra

Torta salata di cipolle speziate al curry e salsa Raita di cetrioli

Ore 18.30 Ciao a tutti, da stamattina penso al blog e mi chiedo che cosa pubblicare per darvi sempre un'idea nuova. Anche noi che stiamo dall'altra parte spesso abbiamo delle perplessità, perchè anche se siamo più portati di altri in cucina, a volte ci mancano le idee. Per idee nuove s'intende qualcosa che esca dal solita proposta, altrimenti nessuno ci legge e cadiamo in depressione (no, scherzo...) e invece basta poco, uno sguardo intorno, un'occhiata alle note della settimana, una ricetta dimenticata che inizia a farsi spazio nella mente diventando così la proposta del giorno. Quella che vi propongo è una torta salata dal gusto indiano, unita in  "matrimonio" con la raita, una salsa a base di yogurt che smorza un po il gusto forte e rende più appetibile il tutto grazie alla sua freschezza.  Naturalmente parliamo di yogurt greco o perlomeno di yogurt cremoso, compatto. In paesi come la Grecia o come la Turchia, spesso viene accompagnato a cibi piccanti;

Tempura (l'Oriente è presente)

Vi siete spaventati, vero? No, niente giapponese, almeno non scritto, ma si ad un piatto della cultura del sol levante, che personalmente amo e che al di là del nome non è poi così difficile da cucinare.  Il Tempura nasce dall'incontro fra il popolo giapponese, i marinai portoghesi e i missionari cristiani. Si dice che questo piatto sia nato perchè ad ogni inizio di stagione i cristiani non mangiando carne per tre giorni, mangiavano solo pesce e verdure, dedicandosi alla preghiera. Questi quattro periodi (uno per ogni stagione) venivano chiamati  "quattro tempora" ed erano legati alla santificazione del tempo e al ringraziamento rivolto alla provvidenza di Dio per il dono dei frutti sulla terra. Da questo il nome ancora usato dai giapponesi. Come avrete capito si tratta di una frittura particolare di pesce e di verdure e ortaggi, leggera e asciutta, è talmente delicata che non va a coprire il gusto del cibo, ma anzi ne esalta il sapore. All'apparenza sembr

Zucca a Palazzo (e ricetta dadi vegetali di Simona)

Eccomi qua, reduce da una serata con amici di vecchia data, in una bella casa e con padroni speciali che mi hanno messo completamente a mio agio. Simona ed Ezio, che voglio ringraziare, hanno una fornitura di ortaggi niente male, a km 0 (dall'orto dei nonni) e ieri sul balcone di casa, in mezzo a prezzemolo, basilico, ravanelli e petunie, faceva bella mostra di se, una zucca  arancio splendente... Ho chiesto a Simona come l'avrebbe cucinata, lei pronta mi ha snocciolato "vellutata di zucca o minestra".   Questa sera vorrei aggiungere anch'io qualcosa, e siccome so che mi segue, mi sono ricordato della zucca a Palazzo. La zucca a Palazzo, non è come si può facilmente immaginare quella carrozza che portò Cenerentola al castello del principe (ai bambini di Simona sicuramente piacerebbe...) ma bensì la zucca come si cucina a Palazzo, o meglio Palazzo S. Gervasio ridente località in Basilicata. Avendo sposato una ragazza originaria del luogo, è chiaro che ho in

Zuppa di pesce e zafferano a Lipari

Negli anni 80' poco più che ventenne, andai in vacanza in un villaggio a Lipari, nelle isole Eolie.   Avevo prenotato all'ultimo minuto, perciò andai alla cieca, senza pensare a come mi sarei trovato. Il villaggio francese di Lipari, oggi non esiste più ma nel ricordo delle persone del posto è ancora li. Era gestito da francesi (da li il nome...), un po spartano per la verità, con i tukul in semi muratura, con le pareti di canna, il tetto di paglia e il letto, senza nessun tipo di comfort e con le formiche che ti camminavano addosso. Eppure è stata una bella vacanza, le persone disponibili e ospitali, ti mettevano a proprio agio. La lingua ufficiale era il francese, perchè la maggior parte degli ospiti era di nazionalità francese, eppure nonostante qualche intoppo, si rideva e si scherzava. C'erano coppie di 40/45 anni, ventenni, ragazzi più giovani e piccole famiglie con bambini: una cinquantina di persone in tutto. I bagni in comune, così come le  docce  e a pranzo e

Penne alla crema di "articiocc"

Articiocc? E che cos'è? Bisogna essere originario di questi luoghi per saperlo, ed io ho voglia di scherzare stamattina, quindi perdonate la mia allegria.... L'articiocc è il carciofo in dialetto piemontese, ed è ottimo cucinato in diversi modi oltre che con la pasta. Il carciofo è coltivato in tutta Italia e le qualità più conosciute sono  il Brindisino, il Catanese, il violetto di Chioggia, il violetto spinoso sardo, il romanesco senza spine tipico del Lazio con capolini (fiori) molto grandi, lo spinoso della Liguria, e il grosso di Bretagna. Memorabili i carciofi alla romana (e non solo...), mangiati al ristorante "Nino" a due passi da piazza di Spagna a Roma, in via Borgognona 11, una bontà per palati da buongustai. http://www.ristorantenino.it/   Bene, andiamo ad elencare la ricetta per 4 persone: 320 gr di penne (usate pasta di ottima qualità che tenga bene la cottura) 600 gr di carciofi freschissimi scaglie di formaggio grana (Parmigiano) 4 filet

Crème caramel velocissimaaaa (frigo a parte)

Buongiorno a tutti, ho appena inaugurato le ricette cucina e fuggi (poi mordi...) e vi presento la strainflazionata crème caramel. Si, inflazionata perchè esiste la versione della mamma, nonna, suocera, amica o amico, del collega ecc... la mia è una versione in più, quella con la pentola a pressione. Quante volte vi è capitato di dover fare un dolce sfizioso ma non avete voglia di spignattare? Quante volte la gola vi manda segnali inequivocabili che voi golosi non ascoltate per pigrizia? Ora non avete più scuse, e se amate come me questo dolce, allora dovete cucinarlo almeno una volta. Armatevi di attrezzi, pentolame, uova e tutto l'occorrente e tuffatevi sul piano cottura, non ve ne pentirete. Occorrente per 6 persone 500 ml di latte fresco intero 5 tuorli  (con gli albumi fateci delle meringhe...) 10 cucchiai di zucchero 1 baccello di vaniglia Prima di tutto procuratevi uno stampo da budino che possa entrare nella vostra pentola a pressione, versateci

Seitan

Oggi ci cimentiamo con il seitan fatto in casa, quindi mi raccomando seguite le mie indicazioni. Il seitan è un preparato proteico a base di frumento, e può essere usato in sostituzione della carne, io ho avuto modo di assaggiarlo e credetemi, non è per niente male, anzi.  Diciamo che chi per scelta non mangia carne, lo può utilizzare cotto in padella, in abbinamento alle verdure, previa cottura in olio extravergine d'oliva e salsa di soia. Io l'ho cotto e tagliato a pezzetti, mescolato in insalata o semplicemente  a fette, accompagnato con dei pomodori. La mia ricetta prevede l'uso della pentola a pressione che abbrevia i tempi di cottura. Ingredienti per 4 persone (o per una scorta) 450 gr di farina di grano 0 600 ml di brodo vegetale 4 cucchiaini di sale Setacciate la farina in una ciotola capiente, aggiungendovi metà del sale, dopodiché versatevi 300 ml scarsi di acqua e lavorate l'impasto per 5 minuti prima con un cucchiaio e poi con le mani  Riempite

Melanzane sott'olio a modo mio

Quando ho bisogno di distogliere l'attenzione dal quotidiano, mi do ai fornelli e invado la cucina di ogni cosa, pentola, aromi vari, necessario per cucinare, attrezzi e di tutto un po'. Questa mattina mi sono svegliato con l'idea delle melanzane sott'olio . La giornata è bella qui a Torino, il cielo è limpido come rare volte, perchè questa è una città afosa e il cielo non è mai sgombro ne tanto meno pulito. Torniamo alle melanzane... Le adoro, più stanno nel barattolo e più sono buone, sono così croccanti che non si può resistere e alla fine si fa la scarpetta nell'olio che è rimasto nel piatto. Il procedimento è semplice anche se un po laborioso, ma alla fine ne è valsa la pena, il risultato è qualcosa di squisito. Procediamo allora... 4 melanzane sode grandi 1/2 litro di vino bianco 1/2 litro di aceto bianco olio EVO basilico aglio rosmarino bacche di ginepro peperoncino sale a piacere Sbucciate le melanzane e tagliatele finissime con l'a

Pesche con amaretti e cioccolato fondente o "persi pien" (ricetta piemontese)

Aria settembrina fresco la sera e fresco la mattina, dicevano i nonni e forse lo dicono ancora...  A Settembre dai contadini si acquista la pesca tardiva, ancora buonissima, ha la prerogativa di essere spaccarella e quindi adatta da cucinare in forno. Questa mattina di buon ora sono andato al mercato dei contadini qui a Torino un gruppo di bancarelle che fa parte del mercato di Porta Palazzo, magnificenza non solo orto-frutticola, ma anche di carrni, pesce, salumi  e formaggi. Laura una mia amica, mi ha spiegato che le pesche di settembre sono le migliori da cucinare con gli amaretti, e dunque, armato e partito, sono andato a comprarle. Premetto: io adoro il mercato dei contadini, vedere tutti quei colori, frutta e verdura, tome e uova mi inebria.  Girando fra i banchi ho identificato le pesche che facevano al caso mio, mi sono consultato con la contadina e le ho comperate. Arrivato a casa ho iniziato a lavarle e dividerle in due, ho creato l'impasto a base di amaretti, m

Cibo e buon gusto, un matrimonio possibile...

Oggi non pubblico nessuna ricetta, solo qualche mio pensiero. Un mio buon amico mi ha suggerito un film con Meryl Streep che parla di cucina e ieri sera mi sono seduto in poltrona e me lo sono visto. Lei al solito bravissima, un personaggio incredibile, anche se dopo un po' quella voce così sdolcinata mi dava un po fastidio.  "Bon appetit" diceva la Julia Child del film, signora bene americana trasferitasi in quel di Parigi negli anni '50, ed in effetti tutto il contorno era molto, ma molto affascinante. Come umile "uomo prodotto" nel campo della moda da trent'anni, un plauso a lui, Stanley Tucci, meravigliosamente vestito, gran fascino,  mai lezioso nonostante avesse al dito una patacca di anello con turchese, grosso come una piazza.  Lei la Streep/ Child, decisamente esuberante, ma  non così chic, se non fosse per quel giro di perle al collo portate anche davanti ai fornelli, che la mette al di sopra di qualsiasi critica ad una vecchia signora borg

Cupola di farro con piccola ratatouille, crema di peperone e cipolla rossa di Tropea caramellata

Rieccomi di nuovo sul blog con le ricette. Durante la mia assenza ho cercato di fare cose nuove in cucina, ho sperimentato un po lasciandomi trasportare dalle sensazioni e dai colori, e così è nato questo piatto, che appaga gli occhi e il palato, leggero ma gustoso. Sarà il ritorno da Parigi, sarà che quando vado a trovare Arielle assaggio cose buone e allora riparto da capo con una marcia in più. Sono un viaggiatore nel senso che amo visitare posti nuovi, città e quartieri, tocco, assaggio e registro, poi elaboro a modo mio. Succede sempre così, sia nel lavoro che nel tempo libero, perchè viaggiando si imparano un sacco di cose. Questo piatto prende spunto principalmente dalla cucina vegetariana, anche se io non lo sono... Penso di voler accontentare anche quella parte di persone che per stile di vita, hanno scelto un'altro modo di nutrirsi. Io ho rispetto per loro, la cucina deve accontentare tutti senza mortificare nessuno, ed essere vegetariani a mio avviso non vuol dire do

La casa di Arielle a Parigi

Eccomi di ritorno da Parigi, ospite della mia amica Arielle e del suo compagno Auguste. Qualche tempo fa ho scritto di loro, menzionando la cucina di Arielle ( vedi zuppa in elenco), adesso vorrei farvi respirare l'atmosfera della loro casa, attraverso piccoli scatti che fan ben comprendere quale sia il gusto, a volte un po retró, ma sempre di classe.  Come ho scritto precedentemente, siamo nel quartiere Marais di Parigi e qui si respira un'aria diversa, le botteghe bellisime, sono molto lontane dagli sfarzi e dal lusso della Parigi ricca degli  Champs Elysèes e delle boutiques scintillanti, qui tutto ha un tono piú pacato ma non per questo mesto o noioso. Al Marais si respira aria di novitá, ma il gusto per le cose perdute rimane, perché la tradizione e l'arte francese qui trasuda dai muri dei palazzi, dai coppi dei tetti e dai piccoli marciapiedi che fanno da cornice a vetrine semplici e allo stesso tempo ricercate. La casa di Arielle é su una picola e meravigliosa pia