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Visualizzazione dei post da 2012

Il "verdetto" e l'orto di Moncalvo

Dopo aver letto le regole del contest "In cucina con il Club delle Cuoche...voglia di orto: Maramao perché sei morto? "  eccomi qui a rispolverare ricordi e a parlare dell'orto di mio padre. Il suo, al pari di quello del vecchietto di Torino, mi ha fatto capire quanto sia importante la terra.   i pomodori di mio papà (foto ritrovata) Sotto una foto di mio padre e l'ingresso del suo orto. Purtroppo solo con la  mia descrizione  è  possibile "vedere" quello che la casa,  qui ,  nasconde Filippo  è  sempre stato un contadino, anche dopo il suo lavoro da operaio in Fiat. Da ragazzo era un bracciante  e  da suo padre aveva appreso l'arte del coltivare, per cui era naturale dovesse tornare ad occuparsi  di  terra,  di pomodori ,  di  melanzane  e  cetrioli .   Il suo  Orto  ( non a caso uso la maiuscola )  era  in una valle della campagna astigiana , ai piedi di un paesone di nome Moncalvo. Lui  e  mia mamma abitavano li da M

L'orto di Torino e il timballo di couscous

C on questa seconda ricetta voglio raccontarvi la storia di un altro orto, questa volta a Torino la mia città. E' un ricordo di molti anni fa, quando giovane padre, portavo i miei figli ai giardinetti e passando li davanti  mi beavo di  tanta bellezza...   L'orto medievale di Palazzo Madama nel cuore di Torino A Torino un giorno, quando i miei figli erano piccoli, fra due palazzine di cinque piani, un vecchio signore coltivava il suo piccolo orto. Era uno fazzoletto di terra, circa 10 x 5 mt, ed era un incanto. Passavo di li ogni volta, per guardare quel piccolo giardino, una bomboniera in mezzo ai palazzi. Il vecchio imperterrito curava il suo orto incurante della gente che passava. I suo cavoli, le sue insalatine, le sue zucchine facevano mostra di se come fossero stati fiori, i vialetti che dividevano i quadrati del giardino erano in terra battuta e talmente perfetti da sembrare vassoi smerlati. A lato dell'orto alberi di mele e di pere di arrampicavano su un l

Abbacchio alla romana? No, agnello alla lucana !

Cuocere  l'agnello di per se non è una cosa così difficile, ho letto su altri blog ricette succulente, da far venire l'acquolina in bocca. L'agnello al forno è di per se una delle ricette più diffusa, forse perchè di base ci riporta alla Pasqua, dove a Dio si immolava l'agnello a remissione dei peccati... e dopo si mangiava. Altra ragione era la facilità per il pastore di cuocere la carne alla brace, un po di sale e qualche erba aromatica per dare profumo ad una carne che già di suo ha un gusto deciso e quindi che non necessita di essere "aromatizzata" oltremodo. Il mio agnello al forno con patate mi è stato tramandato da mia suocera, ottima cuoca lucana, che con pochi ingredienti riesce a far miracoli. La differenza fra il "mio" agnello arrosto con patate e quello degli altri è il mix di formaggio, pane pesto, prezzemolo, pepe e aglio. Nel forno questo mix s'incontra con i succhi della carne, l'olio d'oliva e l'amido delle patate,

Torta al cioccolato morbido e al profumo di moka

Tempo fa quando feci questa torta per la prima volta ero un po' scettico, pensavo a qualcosa di ibrido, tipo una bavarese nel guscio. Invece assaggiata la prima fetta mi resi conto che non era così, era qualcosa di diverso ne' una bavarese, ne' una ganache. Meno densa della prima e meno grassa della seconda (comunque entrambe ottime creme). La torta al cioccolato morbido è quasi un bianco mangiare con la variante al cioccolato e l'essenza del caffè, contorno di frolla croccante e cuore morbido e a differenza della ganache alto, decisamente alto, tanto che quando lo mangi senti la consistenza della crema come fosse un budino (ma non lo è). In questa farcia non c'è panna, ma solo latte, eppure la sua cremosità è ineccepibile... quasi una panna cotta meno densa. Il cioccolato fondente qui la fa ancora da padrone e contrasta con il gusto del caffè che emerge appena ma è presente con le sue note di arabica. E' il dessert del pomeriggio, quello che presenti a

Spaghetti "risottati" con ciliegini, gamberi e tonno

Rieccomi ! Questo è un piatto che si prepara velocemente, nonostante sembri laborioso in realtà non lo è. Se avrete l'accortezza di preparare tutti gli ingredienti sul piano di lavoro, vi  accorgerete che ci vuole poco. Ieri avevo comperato delle code di gambero dal pescivendolo, con l'intenzione di fare la solita frittura.  Stamattina ho pensato che con la pasta sarebbe stato un buon piatto e con poche cose sono riuscito a fare un ottimo primo. Oltre alle code di gambero, avevo dei pomodorini , in realtà un misto fra un "ramato", datterini e ciliegini e così ho iniziato a pensare a questi spaghetti "risottati".  Il termine risottare deriva proprio dalla cottura del risotto e cioè fare cuocere direttamente nel condimento anziché nell'acqua. Per gli spaghetti è diverso, devono avere un minimo di cottura nell'acqua, ma giusto per farli ammorbidire e poi, vanno cotti nel sugo. In cottura acquisiranno quella cremosità per via dell'amido che

I carciofi alla romana di Torino

Ohhhh!!! Finalmente ho cucinato i famosi carciofi alla romana. Nel mio precedente post "penne alla crema di articiocc" vi avevo parlato dei famosi carciofi del ristorante "da Nino" a Roma. Stamattina passando dal mercato ho visto dei bei carciofi e mi è venuta voglia di mangiarli. Certo non sono le mammole (per i puristi...) sono carciofi sardi, ma in mancanza di meglio me ne sono infischiato e li ho comperati lo stesso. Arrivato a casa, mi sono messo all'opera, puliti i carciofi li ho messi a mollo in acqua e limone e mi sono messo di buona lena per preparare l'intingolo alla menta (sempre per i puristi... purtroppo non romana) aglio, olio extravergine, sale e pepe.  MMMMMMMMHHHH... come direbbe qualcuno; messi in pentola dopo cinque minuti il profumo invadeva la casa... si, si... il profumo. Persino mia moglie che non va matta per i carciofi ha esultato. Allora dico io, dobbiamo per forza andare a Roma per mangiarli? Dobbiamo patire le pene dell'i