Passa ai contenuti principali

Ravioli di melanzana ricotta e menta, con burro e asparagi.

Dicono che la notte porti consiglio, a me porta idee.
Manco da un po', mi sono assentato per circa due anni? Sono tornato.
Gestire un blog non é cosa semplice, bisogna avere idee,
fantasia e tempo ed io il tempo purtroppo non ce l'ho.
Quando ho aperto il blog ero un disoccupato, dedicavo molto alla cucina, mi preparavo con i piatti, le foto, le parole.
Oggi per mia fortuna lavoro, ma spesso il mio pensiero torna a questa creatura che per quanto piccola mi gratifica e quindi merita attenzione.
Voglio tornare con la ricetta di questi ravioli, buoni e delicati.
Abbastanza semplici nella preparazione, ma comunque bisognosi di attenzione
Per chi non sa fare la sfoglia consiglio di munirsi di robot da cucina e macchina per la pasta.
La mia decisamente vecchia, ma ancora perfettamente funzionante. Ho scoperto che è stata rimessa in commercio anche come oggetto di design.
Quella che uso io è in acciaio verniciata di rosso

Ecco come procedere:
100 gr di farina di semola di grano duro
150 gr di farina 0
1 uovo grande
1 tuorlo e l'albume a parte
1 melanzana media del tipo lungo
6 asparagi medi
50/80gr di ricotta asciutta
Pecorino e Parmigiano per addensare l'impasto
Burro e olio evo
Prezzemolo e menta tritati
1 foglia di salvia
Sale
Pepe

Prendete la melanzana, lavatela e tagliatela a metà per lungo
Aggiungette un po di sale sulla polpa e infornate a 200° fino a che la polpa non diventa morbida ma senza bruciare.

Inserite nel robot da cucina le due farine e l'uovo, un pizzico di sale e fate impastare con le lame.
Se l'impasto tende ad essere duro, aggiungete pochissima acqua. 
Deve essere elastico e non appiccicaticcio, piuttosto continuate a lavorarlo a mano con la farina o se siete capaci fatelo a mano.
Una volta fatto l'impasto, con il rullo della macchina stendetelo sottile ma senza esagerare, deve essere liscio ma non spesso altrimenti non cuoce il ripieno
Fate riposare su un canovaccio di cotone, leggermente infarinato.
Mettete su la pentola con abbondante acqua e salate

Lavate gli asparagi ed eliminate la parte dura, togliete la cima che farete cuocere nell'acqua bollente con i ravioli e tagliate a tocchetti di  mezzo centimetro i gambi.

Nel frattempo la melanzana sarà cotta (controllate con una forchetta), levate dal forno e scavate la polpa che metterete nel mixer , con la ricotta, il tuorlo e un po' di albume solo se la ricotta è molto asciutta.

Aggiungete il sale , il pepe, il prezzemolo un rametto e qualche foglia di menta.
Per il prezzemolo e la menta non metto dosi, fatelo secondo il vostro gusto, facendo attenzione a non esagerare perchè i gusti si devono amalgamare e mai prevalere.
Aggiungete il Pecorino Romano e il Parmigiano di modo che l'impasto risulti cremoso, anche qui senza esagerare (iniziate con un cucchiaio a formaggio)
Frullate lasciando il tutto cremoso, nel caso aggiungete altra ricotta per dare consistenza.

Sulle striscie di sfoglia che avete spennellato con l'albume, formate delle nocie di ripieno (io usato il sacco a poche) distanti fra di loro almeno un centimetro e mezzo
Immaginate di dividere in due la striscia nella sua lunghezza, perchè una volta posizionato l'impasto, la metà della sfoglia va ripiegata sulla parte con l'impasto e sigillata.
Premete con il dito fra una pallina e l'altra (fate uscire l'aria) e per ultimo con la rondella tagliate i ravioli.
Metteteli su di un vassoio leggermente infarinati e distanziati.

L'acqua bolle, buttate le cimette di asparago e in un tegame, sul fuoco fate sciogliere una bel cubetto di burro con un filo di olio evo, aggiungete i tocchetti di asparagi e la salvia.
Fate saltare facendo appassire, aggiungete un po' di acqua o se preferite di brodo vegetale (io messo  mezzo bicchiere acqua) e fate stufare
Quando i tocchi cominciano ad ammorbidirsi (nel caso aggiungete sempre un po di acqua) buttate i ravioli in acqua a fiamma bassa per evitare che si rompano e portate a cottura alzando un po' la fiamma, ma ancora leggermente al dente.
Colate con una schiumarola o ragno, e passateli nel tegame, facendoli saltare fino a cottura con ancora un po' di acqua della stessa pasta (il burro deve essere cremoso ma non troppo liquido.
Aggiustate di pepe e aggiungete una manciate di Parmigiano, impiattate  e servite con  filo di olio a crudo.

Spero vi piacciano



Commenti

Post popolari in questo blog

Un buon arrosto - punta di petto di vitello

Nella mia introduzione al blog, ho scritto che non tutto quello che è caro vale il prezzo che andiamo a pagare... ci sono ad esempio parti del vitello che pur costando poco, hanno un ottimo gusto e una buona resa. Oggi vi voglio parlare dell'arrosto.  Siamo abituati (almeno in Italia) a scegliere parti di una certa importanza, come ad esempio il pezzo "della vena" oppure la fesa di vitello, o il brutto e buono, ma non sappiamo che esistono parti meno pregiate ma altrettanto buone.  Ho scoperto recentemente una parte del vitello che solitamente viene usata per fare il classico "bollito" ed invece è ottima per l'arrosto: è la punta di petto. Questo pezzo si presenta un po grasso, con l'osso e di forma irregolare. Viene solitamente usato per fare lo spezzatino, il brasato o come ho accennato il bollito, e invece da un arrosto saporito, morbido e con poca spesa. Il segreto sta nella cottura che solitamente è lunga perchè il pezzo non è dei più teneri,

Stracotto di guancia di vitello (antichi sapori)

Qualche tempo fa , sul mio blog, ho scritto che per ottenere buoni piatti non sempre servono tagli di carne costosi, ma spesso come era tradizione nelle famiglie contadine, si utilizzavano anche quelle parti meno pregiate, che invece di pregiato hanno il sapore. Per farla breve, mi sono imbattuto in un post che parlava della guancia di vitello, spiegava che questa parte è molto morbida e adattissima da cucinare in umido e quindi, d'accordo con la mia macellaia (e si, la mia è una macellaia sposata ad un macellaio di prima scelta) mi sono fatto procurare il pezzo su ordinazione, perchè a quanto pare è diventato introvabile (levate le guance che sono la carne della testina, di quest'ultima non si utilizza più nulla). Dopo un mesetto, finalmente sono riuscito ad avere il mio ordine (grazie alla macellaia Simona) e dopo averlo fatto frollare, mi sono dato da fare per cucinare un piatto semplice, così com'è nella tradizione contadina, ma anche prelibato e profumato: lo stra

Zuppa di cime di rapa, patate e guanciale, ovvero la terra di mezzo fra Puglia e Lucania

Diciamocelo in tutta sincerità, la zuppa è la prima tappa del novello cuoco. Chi non sa fare almeno una zuppa alzi la mano... credo siano pochi. Sostanzialmente la zuppa e la minestra si assomigliano, la prima va servita con il pane casereccio tostato e la seconda invece contiene oltre alle verdure anche pasta o riso. Da non confondersi con la famosa "pappa al pomodoro" tanto cantata dalla Pavone nazionale, quella è altra cosa, ne zuppa ne minestra... pappa appunto. Le zuppe si possono preparare con tutti gli ingredienti purché abbinati bene, sta a noi saper mescolare le verdure di modo che i sapori si amalghino bene. La zuppa fa parte della cultura contadina, spesso d'inverno rifocillava e scaldava allo stesso tempo e con un buon bicchiere di vino si completava. Il pane tostato sostituiva la pasta, anche se credo che quello che oggi noi tostiamo, ieri era pane raffermo che veniva ammorbidito nel brodo, da qui il detto "se non è zuppa è pan bagnato". La patata