Passa ai contenuti principali

Cheesecake cremosa, con copertura di cioccolato fondente (senza cottura)

Finalmente il sole...
A Torino, la mia città, il sole non si vedeva da giorni. La primavera quest'anno ha faticato non poco ad arrivare, ma nonostante le piogge e il freddo, gli alberi sono fioriti lo stesso. La natura segue il suo corso incurante del brutto tempo, così deve essere.  

Sul mio balcone comincia a germogliare il basilico e il prezzemolo, le camelie mi regalano bellissimi fiori ed io mi crogiolo al sole come una lucertola, desideroso di scaldarmi.
Da tempo mi ero ripromesso di preparare questa torta, anzi per dirla tutta, l'avevo promessa a mia moglie per il suo compleanno (promessa non mantenuta) e quindi per rimediare, a distanza di un mese, eccola qua.
Vi avviso... se pensate di avere problemi di linea, questa non fa per voi. Gl'ingredienti sono una bomba di sostanza e non solo. Nulla è cotto, rigorosamente tutto a crudo ad eccezione del burro fuso per l'impasto dei biscotti. L'esecuzione non è particolarmente laboriosa, più che altro ha i suoi tempi, io stamattina l'ho preparata in un'ora e lasciata riposare poco di più nel frigo, prima di assaggiarla.



Se pensiamo alla preparazione di una torta classica, questi sono tempi brevissimi e l'effetto è assicurato, farete bella figura con i vostri amici.
Diciamo che è molto golosa ed anche se non è molto grande (20 cm di diametro) basta tranquillamente per 6/ 8 persone, perchè le fette non devono essere grandi, visto lo spessore e la ricchezza della farcitura.
Io l'ho accompagnata con delle fragole affettate e spolverizzate con lo zucchero a velo, ma nessuno vi vieta in abbinamento alla cioccolata, di ammorbidire della confettura ai mirtilli, o di arancia, giusto per sporcare il piatto ed arrotondare il sapore.
Credo sia arrivato il momento di scrivere la ricetta: niente formaggio Filadelfia questa volta, ma ricotta,
mascarpone e panna. Ve lo avevo anticipato, non è un dolce da dieta, però una fettina si può mangiare e se non esagerate il colesterolo rimane a livelli normali, mentre l'umore vola alto... 
Alla prossima.

Per una torta di 20 cm di diametro:

150 gr di biscotti al cioccolato 
50 gr di burro
300 gr di mascarpone
200 gr di ricotta vaccina
200 ml di panna 
8 gr di colla di pesce (circa 4 fogli)
zucchero a velo a piacere (minimo 3 cucchiai)

Salsa al cioccolato:

100 gr di cioccolato fondente al 70%
80 ml di latte
10 gr di burro

Sminuzzate nel  mixer i biscotti al cioccolato, sciogliete il burro e unitelo al trito, amalgamando bene il tutto.
Rivestite uno stampo con cerniera da 20 cm di diametro (solo la base) pressando il tutto in modo da compattare bene: mettete nel frigo a solidificare.
In un  recipiente con dell'acqua fredda, mettete a mollo la colla di pesce e fate ammorbidire.
Unite in una ciotola la ricotta, il mascarpone e lo zucchero a velo e mescolate bene il tutto (meglio con un minipimer).
In un pentolino fate scaldare 50 gr di panna e scioglietevi la colla di pesce strizzata, una volta sciolta unite il tutto ai formaggi precedentemente mescolati e rimescolate con un cucchiaio.
Montare la rimanente panna e incorporarla delicatamente ai formaggi e riporre in frigo.
In un pentolino scaldate il latte e il burro e aggiungete il cioccolato facendolo sciogliere completamente, aiutandovi con un cucchiaio. 
Se preferite aggiungete un po di zucchero e lasciate intiepidire.
A questo punto versate i formaggi nello stampo sulla base dei biscotti oramai raffreddati, livellate bene e dopo versate la copertura di salsa al cioccolato, cercando di coprire in maniera uniforme.
Lasciate raffreddare per almeno un ora nel frigorifero, al momento di aprire lo stampo, passate un coltello a punta intorno al cioccolato, aprire la cerniera e delicatamente staccate la corona. 
Tagliate a fette nette con un coltello a lama calda, impiattate e decorate con fragole a fettine o confettura tiepida. 
.

 





Commenti

Posta un commento

Si accettano commenti, critiche, sberleffi... anche saluti e gratificazioni:

Post popolari in questo blog

Zuppa di cime di rapa, patate e guanciale, ovvero la terra di mezzo fra Puglia e Lucania

Diciamocelo in tutta sincerità, la zuppa è la prima tappa del novello cuoco. Chi non sa fare almeno una zuppa alzi la mano... credo siano pochi. Sostanzialmente la zuppa e la minestra si assomigliano, la prima va servita con il pane casereccio tostato e la seconda invece contiene oltre alle verdure anche pasta o riso. Da non confondersi con la famosa "pappa al pomodoro" tanto cantata dalla Pavone nazionale, quella è altra cosa, ne zuppa ne minestra... pappa appunto. Le zuppe si possono preparare con tutti gli ingredienti purché abbinati bene, sta a noi saper mescolare le verdure di modo che i sapori si amalghino bene. La zuppa fa parte della cultura contadina, spesso d'inverno rifocillava e scaldava allo stesso tempo e con un buon bicchiere di vino si completava. Il pane tostato sostituiva la pasta, anche se credo che quello che oggi noi tostiamo, ieri era pane raffermo che veniva ammorbidito nel brodo, da qui il detto "se non è zuppa è pan bagnato". La patata...

Un buon arrosto - punta di petto di vitello

Nella mia introduzione al blog, ho scritto che non tutto quello che è caro vale il prezzo che andiamo a pagare... ci sono ad esempio parti del vitello che pur costando poco, hanno un ottimo gusto e una buona resa. Oggi vi voglio parlare dell'arrosto.  Siamo abituati (almeno in Italia) a scegliere parti di una certa importanza, come ad esempio il pezzo "della vena" oppure la fesa di vitello, o il brutto e buono, ma non sappiamo che esistono parti meno pregiate ma altrettanto buone.  Ho scoperto recentemente una parte del vitello che solitamente viene usata per fare il classico "bollito" ed invece è ottima per l'arrosto: è la punta di petto. Questo pezzo si presenta un po grasso, con l'osso e di forma irregolare. Viene solitamente usato per fare lo spezzatino, il brasato o come ho accennato il bollito, e invece da un arrosto saporito, morbido e con poca spesa. Il segreto sta nella cottura che solitamente è lunga perchè il pezzo non è dei più teneri, ...

Stracotto di guancia di vitello (antichi sapori)

Qualche tempo fa , sul mio blog, ho scritto che per ottenere buoni piatti non sempre servono tagli di carne costosi, ma spesso come era tradizione nelle famiglie contadine, si utilizzavano anche quelle parti meno pregiate, che invece di pregiato hanno il sapore. Per farla breve, mi sono imbattuto in un post che parlava della guancia di vitello, spiegava che questa parte è molto morbida e adattissima da cucinare in umido e quindi, d'accordo con la mia macellaia (e si, la mia è una macellaia sposata ad un macellaio di prima scelta) mi sono fatto procurare il pezzo su ordinazione, perchè a quanto pare è diventato introvabile (levate le guance che sono la carne della testina, di quest'ultima non si utilizza più nulla). Dopo un mesetto, finalmente sono riuscito ad avere il mio ordine (grazie alla macellaia Simona) e dopo averlo fatto frollare, mi sono dato da fare per cucinare un piatto semplice, così com'è nella tradizione contadina, ma anche prelibato e profumato: ...