Passa ai contenuti principali

Le erbe aromatiche in cucina

Personalmente le ritengo importanti.
Immaginate il pesto ligure senza basilico, il pesce senza prezzemolo, il pomodoro senza origano e gli agnolotti burro e salvia senza la salvia.
Potrei fare un sacco di esempi (e non ho citato l'erba cipollina...), ma "i gusti" come li chiamiamo noi a  Torino, sono veramente importanti e non solo per il colore, ma perchè loro, le erbe, danno spesso quel tocco in più al sapore.
Io non posso rinunciarvi e tutti gli anni in primavera mi do da fare per riempire i miei vasi sul balcone, comprando al mercato le tenere pianticelle. A volte trovo anche delle novità, quest'anno il basilico viola, il basilico al limone e il minuscolo basilico greco.
Il basilico viola ha un profumo meno forte e un gusto un pò piccante, si usa crudo nelle insalate e a differenza del basilico comune è meno facile da coltivare in vaso.
Il basilico al limone serve per il pesce, ha un profumo intenso di limonina, una foglia piccola e un fusto esile
Il basilico greco è un cespuglietto a palla, foglie minute e profumo intenso. E' diffuso soprattutto nel sud Italia, ama il sole ed è ottimo nella salsa di pomodoro.
Anche la menta ha la sua importanza, è buona sulle melanzane o meglio ancora sulle zucchine alla piastra con l'aggiunta dell'olio d'oliva, profuma la macedonia di frutta e mischiata con le noci la rende particolare nel gusto, oppure nell'impasto da alla frittata all'uovo una marcia in più.
Comunque sia, io preferisco averle a portata di mano ogni volta che mi servono e per non compromettere il gusto dei cibi con foglioline avvizzite da "figidaire", attingo dai mie vasi che curo personalmente.
La salvia e il rosmarino servono principalmente per le carni, ma la prima è anche impiegata insieme al burro o abbinata alle patate al forno in alternativa al rosmarino.  
Necessitano di vasi grandi e di terra buona, sole in abbondanza ma acqua con moderazione; mentra il basilico  e la menta amano l'acqua e devono sempre avere la terra un po umida. 
Io ci provo tutti gli anni e a differenza del basilico, con la salvia e il rosmarino il risultato non è soddisfacente.
Piccole muffe, insetti, millepiedi verdi si impossessano di loro con mio grande dispiacere, e siccome odio dare loro delle sostanze tossiche, provo i rimedi della nonna che nulla fanno.
Mi vedo costretto a tenermele malaticce, tranne che all'inizio, quando giovani piantine danno il meglio di se rigogliose nei vasi di coccio o (sigh) di plastica. 
Ho scattato alcune foto nel mio finto giardino che in realtà come dicevo è solo un balcone... spero vi piacciano, la mia speranza è che  iniziate anche voi a coltivarle , sono belle , buone e fanno bella mostra di se.
Chi prima arriva... è a metà dell'opera!    
                    
  
salvia  


 basilico rosso, greco e al limone 
  
salvia e sullo sfondo il rosmarino
menta

Commenti

Post popolari in questo blog

Un buon arrosto - punta di petto di vitello

Nella mia introduzione al blog, ho scritto che non tutto quello che è caro vale il prezzo che andiamo a pagare... ci sono ad esempio parti del vitello che pur costando poco, hanno un ottimo gusto e una buona resa. Oggi vi voglio parlare dell'arrosto.  Siamo abituati (almeno in Italia) a scegliere parti di una certa importanza, come ad esempio il pezzo "della vena" oppure la fesa di vitello, o il brutto e buono, ma non sappiamo che esistono parti meno pregiate ma altrettanto buone.  Ho scoperto recentemente una parte del vitello che solitamente viene usata per fare il classico "bollito" ed invece è ottima per l'arrosto: è la punta di petto. Questo pezzo si presenta un po grasso, con l'osso e di forma irregolare. Viene solitamente usato per fare lo spezzatino, il brasato o come ho accennato il bollito, e invece da un arrosto saporito, morbido e con poca spesa. Il segreto sta nella cottura che solitamente è lunga perchè il pezzo non è dei più teneri,

Stracotto di guancia di vitello (antichi sapori)

Qualche tempo fa , sul mio blog, ho scritto che per ottenere buoni piatti non sempre servono tagli di carne costosi, ma spesso come era tradizione nelle famiglie contadine, si utilizzavano anche quelle parti meno pregiate, che invece di pregiato hanno il sapore. Per farla breve, mi sono imbattuto in un post che parlava della guancia di vitello, spiegava che questa parte è molto morbida e adattissima da cucinare in umido e quindi, d'accordo con la mia macellaia (e si, la mia è una macellaia sposata ad un macellaio di prima scelta) mi sono fatto procurare il pezzo su ordinazione, perchè a quanto pare è diventato introvabile (levate le guance che sono la carne della testina, di quest'ultima non si utilizza più nulla). Dopo un mesetto, finalmente sono riuscito ad avere il mio ordine (grazie alla macellaia Simona) e dopo averlo fatto frollare, mi sono dato da fare per cucinare un piatto semplice, così com'è nella tradizione contadina, ma anche prelibato e profumato: lo stra

Zuppa di cime di rapa, patate e guanciale, ovvero la terra di mezzo fra Puglia e Lucania

Diciamocelo in tutta sincerità, la zuppa è la prima tappa del novello cuoco. Chi non sa fare almeno una zuppa alzi la mano... credo siano pochi. Sostanzialmente la zuppa e la minestra si assomigliano, la prima va servita con il pane casereccio tostato e la seconda invece contiene oltre alle verdure anche pasta o riso. Da non confondersi con la famosa "pappa al pomodoro" tanto cantata dalla Pavone nazionale, quella è altra cosa, ne zuppa ne minestra... pappa appunto. Le zuppe si possono preparare con tutti gli ingredienti purché abbinati bene, sta a noi saper mescolare le verdure di modo che i sapori si amalghino bene. La zuppa fa parte della cultura contadina, spesso d'inverno rifocillava e scaldava allo stesso tempo e con un buon bicchiere di vino si completava. Il pane tostato sostituiva la pasta, anche se credo che quello che oggi noi tostiamo, ieri era pane raffermo che veniva ammorbidito nel brodo, da qui il detto "se non è zuppa è pan bagnato". La patata