Passa ai contenuti principali

La zuppa di Arielle

Eccomi qua.
Vi ho parlato del mio amore per Parigi ed è inevitabile che dopo tanti anni e tanti viaggi in questa capitale, io non abbia amici parigini... In effetti ho conosciuto molte persone, perlopiù gente che si occupava come me di tessuti e vestiti e di conseguenza amici degli amici. In un quartiere adorabile che i più conoscono e che si chiama Marais, abita la mia amica Arielle, simpatica e ottima cuoca. Arielle e il suo compagno abitano in una casa piccola ma accogliente, dove tutto è in miniatura ma essenziale ed elegante. Una bellissima sala da pranzo che si affaccia su una piazzetta deliziosa, ha reso molte delle mie serate parigine, indimenticabili. Spesso ci si confronta in cucina, io con piatti italiani e lei con piatti francesi, e devo dire che nelle zuppe lei è insuperabile.
La zuppa che che io ho chiamato Arielle in suo onore, l'ho mangiata a casa sua.
 La trovo deliziosa, delicata ma con un retrogusto importante per via del formaggio.


Place St. Catherine - Parigi


Prendete nota per 4 persone:
2 cucchiai di olio EVO
30 gr di burro
3 scalogni tagliati sottili
200 gr di sedano rapa affettato sottile
1 patata media a dadini
100 gr di gorgonzola piccante stagionato a cubetti
prezzemolo tritato finissimo
sale
pepe

Iniziate così:

in una pentola capiente riscaldate il burro e l'olio e aggiungete gli scalogni affettati, lasciate cuocere coperto fino a che lo scalogno sarà trasparente
Unite il sedano rapa, la patata e un litro di acqua, coprite e portate a bollore
Quando bolle abbassate la fiamma e e fate cuocere per 30 minuti fino a che il sedano e la patata risulteranno morbidi
Aggiungete 80 gr di formaggio gorgonzola (se volete potete usare il roquefort) fate ammorbidire a e dopo passate al mixer fino ad ottenere  un purè, oppure nella stessa pentola usate il minipimer. Rimette sul fornello a fuoco basso, e riscaldate
Aggiungete il sale  facendo attenzione perchè il formaggio è già saporito e il pepe nero (meglio se macinato fresco)
Impiattate e aggiungete qualche pezzetto di gorgonzola e un po del trito di prezzemolo e ancora un po di pepe fresco macinato
Bonne appetit amis...
PS: questa volta non posso allegare nessuna foto , ma la zuppa è così semplice che credo se ne possa fare a meno. Ciao

Commenti

Post popolari in questo blog

Un buon arrosto - punta di petto di vitello

Nella mia introduzione al blog, ho scritto che non tutto quello che è caro vale il prezzo che andiamo a pagare... ci sono ad esempio parti del vitello che pur costando poco, hanno un ottimo gusto e una buona resa. Oggi vi voglio parlare dell'arrosto.  Siamo abituati (almeno in Italia) a scegliere parti di una certa importanza, come ad esempio il pezzo "della vena" oppure la fesa di vitello, o il brutto e buono, ma non sappiamo che esistono parti meno pregiate ma altrettanto buone.  Ho scoperto recentemente una parte del vitello che solitamente viene usata per fare il classico "bollito" ed invece è ottima per l'arrosto: è la punta di petto. Questo pezzo si presenta un po grasso, con l'osso e di forma irregolare. Viene solitamente usato per fare lo spezzatino, il brasato o come ho accennato il bollito, e invece da un arrosto saporito, morbido e con poca spesa. Il segreto sta nella cottura che solitamente è lunga perchè il pezzo non è dei più teneri,

Stracotto di guancia di vitello (antichi sapori)

Qualche tempo fa , sul mio blog, ho scritto che per ottenere buoni piatti non sempre servono tagli di carne costosi, ma spesso come era tradizione nelle famiglie contadine, si utilizzavano anche quelle parti meno pregiate, che invece di pregiato hanno il sapore. Per farla breve, mi sono imbattuto in un post che parlava della guancia di vitello, spiegava che questa parte è molto morbida e adattissima da cucinare in umido e quindi, d'accordo con la mia macellaia (e si, la mia è una macellaia sposata ad un macellaio di prima scelta) mi sono fatto procurare il pezzo su ordinazione, perchè a quanto pare è diventato introvabile (levate le guance che sono la carne della testina, di quest'ultima non si utilizza più nulla). Dopo un mesetto, finalmente sono riuscito ad avere il mio ordine (grazie alla macellaia Simona) e dopo averlo fatto frollare, mi sono dato da fare per cucinare un piatto semplice, così com'è nella tradizione contadina, ma anche prelibato e profumato: lo stra

Zuppa di cime di rapa, patate e guanciale, ovvero la terra di mezzo fra Puglia e Lucania

Diciamocelo in tutta sincerità, la zuppa è la prima tappa del novello cuoco. Chi non sa fare almeno una zuppa alzi la mano... credo siano pochi. Sostanzialmente la zuppa e la minestra si assomigliano, la prima va servita con il pane casereccio tostato e la seconda invece contiene oltre alle verdure anche pasta o riso. Da non confondersi con la famosa "pappa al pomodoro" tanto cantata dalla Pavone nazionale, quella è altra cosa, ne zuppa ne minestra... pappa appunto. Le zuppe si possono preparare con tutti gli ingredienti purché abbinati bene, sta a noi saper mescolare le verdure di modo che i sapori si amalghino bene. La zuppa fa parte della cultura contadina, spesso d'inverno rifocillava e scaldava allo stesso tempo e con un buon bicchiere di vino si completava. Il pane tostato sostituiva la pasta, anche se credo che quello che oggi noi tostiamo, ieri era pane raffermo che veniva ammorbidito nel brodo, da qui il detto "se non è zuppa è pan bagnato". La patata